Si è parlato dei “Nuovi assetti economici dell’Abruzzo – Il ruolo della logistica e della portualità” nel corso di un convegno svoltosi nei giorni scorsi a Vasto. A partire dai dati dello studio che ASPO, l’Agenzia Speciale della Camera di Commercio per i Porti di Ortona e Vasto, ha commissionato a Elevante Srl per approfondire le potenzialità del Porto di Vasto e dell’area Vastese come nodo intermodale per l’economia abruzzese, i relatori hanno analizzato i diversi aspetti della trasformazione territoriale in atto, necessaria per adattarsi ai fondamentali cambiamenti nella strategia distributiva delle imprese.
In particolare, Maurizio Cociancich della società Elevante ha presentato i risultati di uno studio sulle potenzialità portuali e intermodali del vastese.
In un passaggio significativo, lo Studio cita anche i dati che emergono dall’analisi della logistica inbound e outbound del settore automotive abruzzese. Questi dati sono stati estrapolati da interviste e dallo studio effettuato dal Polo Innovazione Automotive. Da quest’analisi emergono dati particolarmente significativi per lo sviluppo di una strategia di marketing per il Porto di Vasto. (pag. 27)
Breve abstract dello studio, che è possibile scaricare a fine pagina.
L‘obiettivo di questo lavoro è aggiornare lo stato dell’arte dei flussi gestiti dal Porto di Vasto, comprendere le dinamiche di supply chain che potenzialmente potrebbero vedere nello scalo di Punta Penna un amplificatore e delineare alcune potenziali azioni che gli attori, prevalentemente istituzionali, dovrebbero mettere in atto per aumentare la competitività industriale del territorio. Sì, perché avere a disposizione un nodo intermodale efficiente significa dare nuova connettività alle imprese insediate sul territorio, renderle più competitive a livello internazionale ed esercitare un nuovo potere gravitazionale attrattivo per l’insediamento di nuove realtà. L’infrastruttura logistica non è fine a sé stessa ma a servizio dell’industria che l’utilizza e che prevalentemente genera valore aggiunto sul territorio e quindi alla società che in esso vive.
La lente utilizzata nell’analisi è quella della domanda di trasporto. Comprendere le necessità di chi il trasporto lo utilizza per generare prodotti che poi vedranno il loro utilizzo in localizzazioni geografiche diverse, sempre più a livello globale grazie all’andamento positivo dell’export. Queste imprese sempre più spesso utilizzano unità di trasporto intermodale per ricevere e spedire la merce e quindi necessitano di servizi adeguati. Sicuramente servono infrastrutture adatte ma soprattutto sono necessari servizi innovativi che rispondano alle loro esigenze di tempi e costi. Le infrastrutture, anche se con molti limiti, esistono già, i servizi meno. La cultura logistica ancora latita. Il Porto di Vasto può fungere, anche grazie ai miglioramenti programmati e finanziati, da punto di riferimento intermodale per un vasto numero di imprese di produzione, spesso organizzate in distretti, e di distribuzione, che vedono sempre più nell’Abruzzo una localizzazione geografica interessante per gestire nuove tipologie di flussi generati principalmente dall’e-commerce.
Cosa abbiamo capito attraverso questo lavoro? Innanzitutto, l’importanza del dato, delle statistiche e del monitoraggio costante dei flussi per comprendere come sviluppare un Piano di Marketing strategico ed operativo, uno strumento sempre più indispensabile per pianificare una serie di attività complesse e coordinate tra i diversi attori istituzionali interessati. Si è delineato in questo studio una serie di potenziali interventi che potrebbero essere inseriti nel Piano. Innanzitutto, dopo aver rilevato i dati è necessario procedere alla comunicazione verso gli armatori per attrarre, in particolare, nuove linee Ro-Ro o feeder container. Risulta particolarmente importante incentivare il corto raggio ferroviario, attraverso interventi pubblici, per crescere l’attrattività dello scalo vastese e concentrare il traffico in un unico punto da dove far partire plurime relazioni intermodali marittime e ferroviarie. Contemporaneamente è necessario sostenere l’intermodalità marittima prendendo come esempio gli schemi di sussidio adottati da altre regioni. Si può attrarre nuove industrie e centri di distribuzione nell’area retroportuale grazie a questo nuovo grado di connettività e quindi attrattività territoriale. Si dovrebbe facilitare l’export con la concettualizzazione di nuovi servizi logistici che considerino le specificità dei diversi settori industriali. Come già accennato in precedenza risulta fondamentale costruire un monitoraggio continuo delle attività del porto attraverso una metodologia statistica adeguata ai contesti portuali evoluti. Si deve pensare al Porto di Vasto come ad un terminal intermodale tout court e non solo come ad un porto.
Molti spunti per le attività qui sopra elencate si ritrovano già in questo scritto, che può servire da base anche per la rilevazione statistica che è stata ripresa e sistematizzata. Molto rimane ancora da fare nel mentre e dopo che i miglioramenti infrastrutturali saranno completati.