La parola al presidente!

Intervista al presidente del Polo Innovazione Automotive, Giuseppe Ranalli, che ci spiega il suo punto di vista sul Polo

Cos’è e cosa fa il Polo Automotive?

La prima definizione che mi viene in mente è che il Polo sia un‘facilitatore’ tra aziende che condividono un percorso comune per la ricerca e l’innovazione.

Il Polo Automotive – che è uno dei Poli di Innovazione istituiti dalla Regione Abruzzo per favorire il rafforzamento dell’intero sistema dell’innovazione regionale – è quindi una rete di operatori indipendenti e innovatori – grande industria, piccole e medie imprese, università e centri di ricerca – che operano nel comparto dell’automotive e della meccatronica. Ci piace dire che siamo in Abruzzo, ma guardiamo in tutto il mondo, anche perché tra i nostri aderenti non ci sono soltanto aziende abruzzesi.

Rispetto al“cosa fa il Polo”, prevalentemente la nostra mission è incoraggiare le interazioni tra i soggetti economici e le istituzioni per contribuire allo sviluppo della ricerca-innovazione, nuove tecnologie, disseminazione della conoscenza, messa in rete e diffusione delle informazioni.

Il settore Automotive, d’altra parte, è estremamente strategico per l’Europa, l’Italia e l’Abruzzo

Esattamente, l’industria automobilistica è un settore chiave per l’economia europea, che offre oltre 12 milioni di posti di lavoro e risulta essenziale per il sistema produttivo.

In Italia le imprese sono 2.700, con circa un milione di addetti.

In Abruzzo, la filiera Automotive è costituita da un gruppo di imprese globalizzate, sia GI che PMI, operanti nel comparto dell’Automotive e della meccanica che comprende, oltre ai produttori di veicoli, la componentistica e l’engineering.

In termini economici, il sistema delle imprese automotive occupa circa 30.000 addetti, di cui 25.000 in provincia di Chieti. Il fatturato è di 7 miliardi di euro e rappresenta oltre il 50% dell’export della Regione Abruzzo, oltre al 15% del Pil Industria.

Oggi l’Automotive rappresenta il ‘motore’ di sviluppo e di ricerca nell’economia regionale.

Quali sono i principali problemi legati all’Automotive?

Mentre il mercato europeo è maturo, i mercati asiatici e americani sono in rapida crescita, per cui cambiano i flussi del commercio e la catena di valore del settore automobilistico.

Nel settore Automotive europeo e italiano, l’intensa pressione competitiva sta crescendo ulteriormente e le imprese dell’UE sono costantemente messe alla prova sul mercato.

Resiste solo chi è competitivo, dal punto di vista qualitativo, rispetto ai produttori extraeuropei.

ranalliQuali possono essere, a questo proposito, le armi vincenti?

L’incremento sostanziale delle conoscenze/competenze e la Smart Specialisation.

La scommessa sulle conoscenze è la strada maestra, perché la ricerca di base genera quella applicata; dobbiamo incrementare le competenze del sistema territoriale nel suo complesso. Il fatto nuovo di questi anni è la centralità della conoscenza non solo per lo sviluppo, ma anche per la capacità di sopravvivenza del sistema delle imprese.

Un ruolo insostituibile è svolto da Ricerca e sviluppo sperimentale, che devono diventare il nostro pane quotidiano.

Per l’Automotive regionale determinante è specializzarsi nei veicoli commerciali e professionali (due/quattro, trasporto persone e merci), per realizzare un sistema di trasporto merci – prevalentemente orientato all’ultimo miglio – intelligente, integrato ed ecologico, capace di rafforzare e consolidare la filiera, per migliorare la competitività e favorire il radicamento delle grandi imprese.

Un ‘modello’, quello del Polo Automotive, che ha già portato a quali risultati?

Con il Polo di Innovazione abbiamo messo insieme circa 70 soggetti, tra cui Fca, Honda, Denso, Bonfiglioli, Isringhausen, Tecnomatic e IMM Hydraulics; quasi la metà ha partecipato a 8 progetti di ricerca sull’Avviso POR FESR Abruzzo con la costante presenza dell’Università dell’Aquila. Abbiamo inoltre partecipato ad altri 4 progetti in ambito nazionale e 4 a livello comunitario. Inoltre, abbiamo attivato oltre 20 progetti di trasferimento tecnologico, di breve durata, con risultati concreti e immediati, che coinvolgono aziende partner che chiedono ausilio di nuove tecnologie e metodologie per ammodernare processi o prodotti.

Siamo anche partner del Cluster nazionale “Trasporti Italia 2020”e tra i promotori di un Istituto Tecnico Superiore (ITS) specializzato nella Meccanica/Automotive.

E i progetti futuri?

Recentemente al Polo hanno aderito nuove aziende; si tratta di grandi gruppi industriali e piccole imprese fortemente orientate alla ricerca e all’innovazione. Con loro, e con gli altri soci, abbiamo risposto con entusiasmo e grande partecipazione al Bando recentemente pubblicato dalla Regione Abruzzo sui progetti di ricerca e sviluppo sperimentale e ad altri avvisi regionali. Questi progetti, insieme ad altre attività in cantiere, rappresenteranno il futuro del Polo Automotive e dei suoi associati, che come avvenuto nel passato sarà sempre più orientato alla crescita delle competenze e conoscenze in ottica della smart specialisation.

Si prospetta, dunque, una nuova fase del Polo Automotive?

Esattamente. Possiamo dire che il Polo Automotive è già entrato nella sua fase 2.0, con le numerose attività che coinvolgeranno i nostri soci, sia nell’ambito della Nuova Programmazione regionale che dei bandi del Pon Miur e Horizon 2020.

Un’attenzione particolare sarà riservata alla Smart Specialisation Strategy (S3 Abruzzo), il nuovo ciclo di Programmazione 2014-2020 che prevede le ‘traiettorie’ che consentono un utilizzo più efficiente dei fondi strutturali e un incremento delle sinergie tra le politiche comunitarie, nazionali e regionali.

In particolare, abbiamo individuato 4 specifiche traiettorie, che rispondono a pieno alla mission del Polo Automotive:

  • Nuovi veicoli professionali ecocompatibili;
  • Nuovi materiali e sistemi produttivi ad altissima flessibilità, integrati, che consentano di produrre veicoli, con significative riduzioni di pesi, tempi e di costi;
  • Nuovi approcci alla progettazione del prodotto che tengano conto di tutte le fasi del suo ciclo di vita nell’ottica del Green Design o Design for Environment;
  • Tecniche per il controllo real time della qualità dei principali processi produttivi