Sono quattro le sfide tecnologiche che deve affrontare l’Italia per portare innovazione nel settore dei trasporti: veicoli connessi e a guida automatizzata, motori elettrici e a carburanti alternativi, logistica integrata, evoluzioni dei materiali leggeri per la realizzazione delle componenti.
E’ quanto è emerso nel corso dell’Assemblea Nazionale del Cluster Trasporti che si è svolta lo scorso 2 marzo a Roma, e alla quale ha partecipato anche il Polo Automotive, socio del Cluster “Trasporti Italia 2020”.
Sono 83 i soci che rappresentano l’intero mondo dei trasporti, da Fca a Fincantieri, uniti con i principali Centri di ricerca (Politecnico di Torino e di Milano, e 14 altre università, il Cnr e i centri di eccellenza che operano a livello regionale). Un sistema delle associate al Cluster che genera un fatturato annuale di circa 33 miliardi di Euro con 182mila dipendenti. Questo il biglietto da visita del Cluster Trasporti presentato alle istituzioni nel corso della due giorni di lavori svoltasi presso l’Auditorium della Tecnica di Confindustria.
“Il Cluster è stato impegnato in questi ultimi mesi su tutti i tavoli strategici dei vari ministeri ed è oggi pronto a lavorare con i protagonisti del futuro dei trasporti per proseguire un percorso che parte dal passato e che ci ha visto nel tempo sempre ai primissimi posti nel mondo nell’innovazione del settore – ha ricordato il presidente del Cluster Enrico Pisino – . Dal primo motore a combustione interna di Barsanti e Matteuci (1853) al primo “elicottero moderno” di Corradino D’Ascanio (1930), dal primo tram elettrico di Alfredo Diatto (1895) al record mondiale di velocità ferroviaria del 1939, alla prima autostrada Milano-Laghi (1923), non c’è modalità dei trasporti dove il genio Italiano non abbia lasciato un segno profondo. E il Cluster Trasporti, organismo che raccoglie energie pubbliche e private, vuole raccogliere questa sfida”.
Tra gli altri interventi, quelli di Amedeo Lepore (Assessore Attività Produttive Regione Campania e membro Cabina regia MISE Industria 4.0) e di Giovanni Lolli (Vice Presidente della Regione Abruzzo con delega alle attività produttive), che hanno sottolineato come per le rispettive regioni la mobilità sostenibile rappresenti una forte priorità, e quello di Cristina Tombolini, direttore divisone Clima e Certificazione Ambientale del Ministero dell’Ambiente.
Ma l’innovazione tecnologica e la ricerca, come sottolineato anche dal titolo del convegno finale, possono essere anche strumenti di coesione territoriale per superare il gap che divide il Nord e il Sud del Paese.
“Capacità imprenditoriali e innovative sono al centro del nostro lavoro per riportare il Sud ai livelli del Nord – ha commentato in chiusura dei lavori il Ministro per la Coesione Territoriale e il Mezzogiorno Claudio De Vincenti –. Per raggiungere questo obiettivo è di fondamentale importanza che ci sia una politica industriale coordinata con una politica di ricerca e sviluppo dei sistemi di trasporto. E la mobilità sostenibile è infatti al centro dei Patti per il Sud. Ma ci sono anche altri strumenti da utilizzare coinvolgendo il Cluster, come ad esempio la Strategia Nazionale di Specializzazione Intelligente, portata avanti insieme con le Regioni, nella quale questo tema sarà centrale”.