[:it]Automotive: più veloce, più lontano. Il cambio di marcia della componentistica[:]

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La componentistica italiana per l’automotive punta sull’internazionalizzazione e cresce nel mondo, con un ampio potenziale di sviluppo ulteriore e un effetto traino per l’intera filiera, pari a oltre 65 miliardi di euro di nuovo export entro 2020.

E’ quanto emerge dallo studio dedicato alla componentistica per l’automotive pubblicato da Sace (Gruppo Cassa depositi e prestiti): ‘Più veloce, più lontano: il cambio di marcia della componentistica’.

Se da una parte l’industria di produzione di autoveicoli è presente su una pluralità di geografie e aumenta in misura significativa le proprie esportazioni, la componentistica resta concentrata su mercati tradizionali come quello europeo (circa il 70% del totale export).

Sace ha individuato 12 mercati di opportunità che – entro il 2021 – genereranno vendite per oltre 75 miliardi di euro. Oltre a regioni note come Cina, Messico e India, ci sono anche economie asiatiche di frontiera, per cui risulta fondamentale adottare forme di internazionalizzazione ‘avanzate’ attraverso un approccio strutturato e adeguate soluzioni finanziario-assicurative.

Un trend che trova conferma nella crescente attività in questo settore di Sace e Simest, il polo dell’export e dell’internazionalizzazione del Gruppo Cdp.

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[:en]La componentistica italiana per l’automotive punta sull’internazionalizzazione e cresce nel mondo, con un ampio potenziale di sviluppo ulteriore e un effetto traino per l’intera filiera, pari a oltre 65 miliardi di euro di nuovo export entro 2020. E’ quanto emerge dallo studio dedicato alla componentistica per l’automotive pubblicato oggi da Sace (Gruppo Cassa depositi e prestiti): ‘Più veloce, più lontano: il cambio di marcia della componentistica’.
Se da una parte l’industria di produzione di autoveicoli è presente su una pluralità di geografie e aumenta in misura significativa le proprie esportazioni, la componentistica resta concentrata su mercati tradizionali come quello europeo (circa il 70% del totale export). È proprio da un cambio di marcia della componentistica che l’export italiano potrebbe avere i maggiori benefici. Il trend della domanda di componenti mostra una dinamica molto sostenuta in diversi Paesi, soprattutto asiatici.[:]

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