Viaggio ad Atessa tra i record dell’Honda made in Italy

Sul quotidiano “La Repubblica”, un lungo racconto dello stabilimento abruzzese delle due ruote.

Di seguito il testo.

Nello stabilimento abruzzese il colosos giapponese produce un quarto delle moto vendute in Europa. Oggi i suoi 900 dipendenti lavorano sugli scooter  SH,  Forza 125 e 300, PCX e Vision, producendone 600 unità al giorno

di ANTONIO VITILLO

ATESSA — C’è un tangibile senso di appartenenza fra i dipendenti della Honda Motor Europe Ltd Italia. Negli uffici di Roma, tutti hanno la consapevolezza di essere i protagonisti. Perchè è con le loro competenze che la filiale italiana si è conquistata il successo nel mercato continentale di Honda. Nel 2019, sono state 55 mila, le unità immatricolate, ben il 24% di quanto venduto in tutta Europa. Ed è nel vecchio continente che s’innescano i più importanti “trend” del design e delle nuove tecnologie per la mobilità. Fra le stanze dell’Eur, quartiere romano dove ha sede la filiale italiana della casa giapponese, ve ne sono alcune riservate a pochi dipendenti. Assieme alle “segrete” officine, sono pertinenza esclusiva dell’HRE, acronimo interno che identifica il “reparto ricerca e sviluppo” considerato fra i più importanti a livello mondiale. È lì dentro che designer e tecnici, principalmente italiani, si sono guadagnati la fiducia dei vertici giapponesi.

Disegnando prima, modellando poi, infine testando su strada e pista, molte delle moto Honda che si sono affermate negli ultimi anni. Come la CB1000R del 2008, le più recenti Africa Twin, e tutta la vincente serie SH, dal 125 al 300. È dei designer italiani il concetto ispiratore delle “naked” di ultima generazione, le Neo Sports Cafè. Ed è da un foglio bianco che all’HRE sono partiti per elaborare la geniale idea del primo Suv a due ruote, l’X-ADV.
Successi che sono stati buon viatico alle collaborazioni sia per la creazione della nuova Fireblade sia per la definizione della RC-V, la MotoGP di Marc Marquez, prototipo da gara che fin qui era stato competenza esclusiva dei tecnici della HRC, l’Honda Racing Corporation. È proprio con l’egida del celebre, e vincente, reparto corse giapponese, che nel 2007 Honda Italia ha avviato l’HIRP, l’Honda Italia Racing Project, un esclusivo progetto di selezione e formazione dei piloti destinati alle competizioni di alto livello.

È anch’esso un’eccellenza, sebbene di altro tipo, il cuore produttivo di Honda Italia. Fondato nel 1971 ad Atessa, provincia di Chieti in Abruzzo, è il primo stabilimento nato nella Val di Sangro, area industriale divenuta fra le più attive in Italia. Inizialmente destinato al solo assemblaggio dei motocicli, dal 1976 lo stabilimento ha iniziato a produrre la CB 125, destinata al mercato italiano. Finché, nel 1985, Atessa ha cominciato l’esportazione dei modelli in tutta Europa, diffusione che col NS 125 si estese perfino al Giappone. Sui 140.000 metri quadrati di superficie, fra gli altri, sono stati prodotti veicoli come lo scooter Pantheon, le moto Transalp, Hornet e CB1000R. Oggi i suoi 900 dipendenti lavorano sugli scooter della gamma SH, sui Forza 125 e 300, sul PCX e il Vision, producendone complessivamente 600 unità al giorno. Lo stabilimento abruzzese, oltre che essere per Honda un importante centro di produzione, ha consolidato un profondo legame con il territorio. Impegnato con la Fondazione Hubruzzo, porta avanti il progetto “Abruzzo Etico”, promuovendo il comportamento virtuoso per la sostenibilità sociale e ambientale. Studenti provenienti da scuole e università, vengono periodicamente ospitati in stabilimento per progetti di orientamento e di tirocinio; fra le iniziative più apprezzate vi sono quelle svolte direttamente nelle posizioni operative, per promuovere la cultura della meccanica e sensibilizzare alla sicurezza sul lavoro.

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