PRESENTATA LA 1° EDIZIONE DELL’OSSERVATORIO AUTOMOTIVE ABRUZZO

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Qual è lo stato dell’industria automotive abruzzese? Quali sono i mercati di destinazione, le attività di innovazione e industria 4.0 e il fabbisogno delle competenze delle grandi, piccole e medie imprese della nostra regione?

E’ una fotografia attenta e scrupolosa del settore, quella emersa dall’Osservatorio Automotive Abruzzo 2019, presentato per la prima volta ieri a Santa Maria Imbaro, sede del Polo Innovazione Automotive, che ha realizzato l’Osservatorio in collaborazione con l’ITS Sistema Meccanica di Lanciano e il Polo Tecnico Professionale (PTP) per la Meccanica, Meccatronica ed Automazione.
Si tratta della prima edizione dell’“osservatorio permanente per la filiera”, realizzato con l’obiettivo di individuare i principali trend di cambiamento, nel breve e nel medio periodo, derivanti dalle trasformazioni in atto nel mondo del manifatturiero avanzato e le competenze chiave che ne derivano, comprese quelle trasversali.

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All’incontro hanno partecipato gli aderenti al Polo di Innovazione Automotive e altre aziende del settore. Tra gli interventi, quello di Angelo Coppola, Plant manager Sevel Spa, Marcello Vinciguerra, Managing director Honda Italia Industriale Spa, Giuseppe Ranalli e Raffaele Trivilino, Presidente e Direttore del Polo Innovazione Automotive. E’ intervenuto inoltre Mauro Febbo, assessore alle Attività produttive della Giunta regionale d’Abruzzo.

L’Osservatorio Automotive Abruzzo è stato realizzato nei mesi scorsi sulla base di un questionario inviato alle aziende selezionate – codice Ateco automotive, aziende significative nel settore della componentistica e nella produzione dei veicoli e aderenti al Polo Automotive – attraverso il quale sono state analizzate diverse aree tematiche: Descrizione impresa; Impresa e mercato; Innovazione; Nuove traiettorie di sviluppo; Industria 4.0 e Fabbisogno delle competenze.

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La prima parte ha tracciato un focus sul settore automotive nel mondo, in Ue, in Italia e quindi in Abruzzo.
In Europa si producono 2,5 milioni di veicoli commerciali (+2%) e una quota del 12% sul panorama mondiale. La produzione in UE vale 1,9 milioni di unità ed è concentrata per oltre l’80% in quattro paesi: Francia, Spagna, Italia e Germania. Lo stabilimento SEVEL, in Abruzzo, produce circa 300.000 veicoli; rappresenta circa il 12% dell’intera produzione europea. La filiera automotive regionale è costituita da un gruppo di imprese globalizzate, sia GI che PMI, operanti nel comparto dell’automotive e della meccatronica che comprende anche la subfornitura e la componentistica. Il comparto automotive in Abruzzo è infatti tra i più significativi, tanto da rendere la Regione fortemente industrializzata, con un tasso di industrializzazione superiore alla media nazionale, pari al 27%. La filiera automotive in Abruzzo, in particolare, conta oltre 25 mila addetti (di cui 20mila nella sola provincia di Chieti), 8 miliardi di fatturato, e produce il 55% di export dell’intera regione.

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Dall’Osservatorio Automotive Abruzzo è emerso che il comparto automotive abruzzese è abbastanza eterogeneo rispetto alla tipologia di impresa. Vi sono molte piccole e medie imprese, ma anche diverse grandi imprese, soprattutto se si considera la realtà di riferimento: una piccola regione del Centro-Sud Italia lontana dai principali sistemi produttivi e industriali nazionali e internazionali. Tra tutte, dominano i due grandi colossi dell’industria automotive: la Sevel, che produce il Fiat Ducato, il veicolo commerciale leggero più venduto in Europa, che dal 1981, anno del suo debutto, è stato venduto in oltre tre milioni di esemplari in tutto il mondo e nel tempo ha saputo evolversi andando incontro alle esigenze dei suoi clienti, tanto da essere stato eletto “Migliore base per i camper” (oggi tre camper su quattro venduti in Europa nascono sulla base del Ducato); la Honda Italia Industriale, fondata nel 1971 ad Atessa – unico sito manifatturiero Honda in Europa per le due ruote – che dopo la crisi attraversata circa un decennio fa, è tornata a crescere in termini produttivi e occupazionali.

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Prevalentemente, dunque, si tratta di aziende che realizzano componenti e semilavorati su specifiche del cliente, oppure ideati e prodotti da loro (o assieme al cliente) o ancora sistemi o moduli completi per autoveicoli. Sono soprattutto fornitori di I o II livello, i cui clienti sono produttori auto o fornitori di primo livello.
Si tratta di aziende che – non senza fatica – iniziano ad affacciarsi ai mercati esteri. A questo proposito, se da un lato si conferma la predominanza della Germania come principale destinazione dell’export delle aziende automotive abruzzesi, una tendenza che emerge è quella che vede la Cina come il Paese verso cui le imprese locali iniziano a guardare in termini di proiezione futura. Rispetto ai clienti, emerge chiaramente la dominanza del gruppo Fca, condizionata prevalentemente dalla presenza in Abruzzo della Sevel, il più grande stabilimento europeo per la produzione di veicoli commerciali leggeri. Una tendenza confermata anche dalla destinazione finale dei beni/servizi, rispetto ai quali le aziende abruzzesi hanno indicato soprattutto LCV.
Un tema di particolare interesse emerso dall’Osservatorio è quello relativo all’innovazione, e – nello specifico – alle innovazioni di prodotto e processo introdotte o da introdurre dalle aziende. Le imprese abruzzesi, in parte, hanno introdotto sul mercato prodotti e processi nuovi o significativamente migliorati; sono innovazioni svolte prevalentemente dall’impresa in-house, ma anche dall’impresa in collaborazione con altre e anche a seguito della realizzazione di progetti partenariali finanziati con fondi europei (FESR) e nazionali (FSC). Ma, nella maggior parte dei casi, le imprese non depositano brevetti sulle innovazioni e vi dedicano bassi investimenti (<10%).
L’Osservatorio ha anche indagato quali sono stati i fattori di ostacolo alle attività di innovazione; non soltanto perché il budget da destinare può essere minimo o insufficiente, ma spesso anche per problemi legati alla gestione dei processi aziendali: dalla mancanza di personale adeguato alla carenza di informazioni sia sui mercati che sulle tecnologie, fino alla difficoltà di individuare partner con cui cooperare per le attività di innovazione.
In uno Studio che analizza lo stato dell’industria automotive, non poteva mancare una componente relativa all’approfondimento delle nuove traiettorie di sviluppo e dinamiche di Industria 4.0. Rispetto alla partecipazione delle aziende abruzzesi a progetti di sviluppo prodotto che utilizzano le tecnologie, la partecipazione è stata riscontrata soprattutto in progetti relativi a nuovi materiali e a motorizzazioni e powertrain elettrici e ibridi. Nel caso in cui le aziende abruzzesi abbiano adottato soluzioni innovative in ottica Industria 4.0, gli ambiti di applicazione di interesse hanno riguardato soprattutto produzione, qualità e logistica. Infine, le aziende hanno esplicitato quali sono i principali rischi e vincoli che potrebbero frenare l’attivazione di iniziative in ambito Industria 4.0: il costo dell’iniziativa; la scarsa propensione a scambiare informazioni; la scarsa disponibilità di risorse interne.
La parte finale dell’Osservatorio ha affrontato il tema del fabbisogno delle competenze. Le aziende abruzzesi sembra facciano fatica a trovare personale qualificato, specialmente rispetto ad alcune aree, ma ritengono prioritarie alcune competenze specifiche: soft skills; manufacturing, gestione degli assets e prodotto; ricerca e sviluppo, innovazione, design e progetto.
In generale, l’analisi delle competenze, in particolare rispetto a Industria 4.0, dimostra dunque che le aziende cominciano a maturare la consapevolezza di quanto una rivoluzione – in termini soprattutto di riconversione e riqualificazione delle competenze – sia necessaria, e anzi è già in atto.

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I risultati dell’Osservatorio sono stati illustrati da Raffaele Trivilino, Direttore del Polo Innovazione Automotive e Daniela Di Cecco, Area comunicazione del Polo, che hanno realizzato l’Osservatorio con la collaborazione di Federica Rossetti (Polo Automotive) e Antonio Maffei (ITS).

RASSEGNA STAMPA

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Qual è lo stato dell’industria automotive abruzzese? Quali sono i mercati di destinazione, le attività di innovazione e industria 4.0 e il fabbisogno delle competenze delle grandi, piccole e medie imprese della nostra regione?

E’ una fotografia attenta e scrupolosa del settore, quella emersa dall’Osservatorio Automotive Abruzzo 2019, presentato per la prima volta ieri a Santa Maria Imbaro, sede del Polo Innovazione Automotive, che ha realizzato l’Osservatorio in collaborazione con l’ITS Sistema Meccanica di Lanciano e il Polo Tecnico Professionale (PTP) per la Meccanica, Meccatronica ed Automazione.
Si tratta della prima edizione dell’“osservatorio permanente per la filiera”, realizzato con l’obiettivo di individuare i principali trend di cambiamento, nel breve e nel medio periodo, derivanti dalle trasformazioni in atto nel mondo del manifatturiero avanzato e le competenze chiave che ne derivano, comprese quelle trasversali.

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All’incontro hanno partecipato gli aderenti al Polo di Innovazione Automotive e altre aziende del settore. Tra gli interventi, quello di Angelo Coppola, Plant manager Sevel Spa, Marcello Vinciguerra, Managing director Honda Italia Industriale Spa, Giuseppe Ranalli e Raffaele Trivilino, Presidente e Direttore del Polo Innovazione Automotive. E’ intervenuto inoltre Mauro Febbo, assessore alle Attività produttive della Giunta regionale d’Abruzzo.

L’Osservatorio Automotive Abruzzo è stato realizzato nei mesi scorsi sulla base di un questionario inviato alle aziende selezionate – codice Ateco automotive, aziende significative nel settore della componentistica e nella produzione dei veicoli e aderenti al Polo Automotive – attraverso il quale sono state analizzate diverse aree tematiche: Descrizione impresa; Impresa e mercato; Innovazione; Nuove traiettorie di sviluppo; Industria 4.0 e Fabbisogno delle competenze.

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La prima parte ha tracciato un focus sul settore automotive nel mondo, in Ue, in Italia e quindi in Abruzzo.
In Europa si producono 2,5 milioni di veicoli commerciali (+2%) e una quota del 12% sul panorama mondiale. La produzione in UE vale 1,9 milioni di unità ed è concentrata per oltre l’80% in quattro paesi: Francia, Spagna, Italia e Germania. Lo stabilimento SEVEL, in Abruzzo, produce circa 300.000 veicoli; rappresenta circa il 12% dell’intera produzione europea. La filiera automotive regionale è costituita da un gruppo di imprese globalizzate, sia GI che PMI, operanti nel comparto dell’automotive e della meccatronica che comprende anche la subfornitura e la componentistica. Il comparto automotive in Abruzzo è infatti tra i più significativi, tanto da rendere la Regione fortemente industrializzata, con un tasso di industrializzazione superiore alla media nazionale, pari al 27%. La filiera automotive in Abruzzo, in particolare, conta oltre 25 mila addetti (di cui 20mila nella sola provincia di Chieti), 8 miliardi di fatturato, e produce il 55% di export dell’intera regione.

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Dall’Osservatorio Automotive Abruzzo è emerso che il comparto automotive abruzzese è abbastanza eterogeneo rispetto alla tipologia di impresa. Vi sono molte piccole e medie imprese, ma anche diverse grandi imprese, soprattutto se si considera la realtà di riferimento: una piccola regione del Centro-Sud Italia lontana dai principali sistemi produttivi e industriali nazionali e internazionali. Tra tutte, dominano i due grandi colossi dell’industria automotive: la Sevel, che produce il Fiat Ducato, il veicolo commerciale leggero più venduto in Europa, che dal 1981, anno del suo debutto, è stato venduto in oltre tre milioni di esemplari in tutto il mondo e nel tempo ha saputo evolversi andando incontro alle esigenze dei suoi clienti, tanto da essere stato eletto “Migliore base per i camper” (oggi tre camper su quattro venduti in Europa nascono sulla base del Ducato); la Honda Italia Industriale, fondata nel 1971 ad Atessa – unico sito manifatturiero Honda in Europa per le due ruote – che dopo la crisi attraversata circa un decennio fa, è tornata a crescere in termini produttivi e occupazionali.

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Prevalentemente, dunque, si tratta di aziende che realizzano componenti e semilavorati su specifiche del cliente, oppure ideati e prodotti da loro (o assieme al cliente) o ancora sistemi o moduli completi per autoveicoli. Sono soprattutto fornitori di I o II livello, i cui clienti sono produttori auto o fornitori di primo livello.
Si tratta di aziende che – non senza fatica – iniziano ad affacciarsi ai mercati esteri. A questo proposito, se da un lato si conferma la predominanza della Germania come principale destinazione dell’export delle aziende automotive abruzzesi, una tendenza che emerge è quella che vede la Cina come il Paese verso cui le imprese locali iniziano a guardare in termini di proiezione futura. Rispetto ai clienti, emerge chiaramente la dominanza del gruppo Fca, condizionata prevalentemente dalla presenza in Abruzzo della Sevel, il più grande stabilimento europeo per la produzione di veicoli commerciali leggeri. Una tendenza confermata anche dalla destinazione finale dei beni/servizi, rispetto ai quali le aziende abruzzesi hanno indicato soprattutto LCV.
Un tema di particolare interesse emerso dall’Osservatorio è quello relativo all’innovazione, e – nello specifico – alle innovazioni di prodotto e processo introdotte o da introdurre dalle aziende. Le imprese abruzzesi, in parte, hanno introdotto sul mercato prodotti e processi nuovi o significativamente migliorati; sono innovazioni svolte prevalentemente dall’impresa in-house, ma anche dall’impresa in collaborazione con altre e anche a seguito della realizzazione di progetti partenariali finanziati con fondi europei (FESR) e nazionali (FSC). Ma, nella maggior parte dei casi, le imprese non depositano brevetti sulle innovazioni e vi dedicano bassi investimenti (<10%).
L’Osservatorio ha anche indagato quali sono stati i fattori di ostacolo alle attività di innovazione; non soltanto perché il budget da destinare può essere minimo o insufficiente, ma spesso anche per problemi legati alla gestione dei processi aziendali: dalla mancanza di personale adeguato alla carenza di informazioni sia sui mercati che sulle tecnologie, fino alla difficoltà di individuare partner con cui cooperare per le attività di innovazione.
In uno Studio che analizza lo stato dell’industria automotive, non poteva mancare una componente relativa all’approfondimento delle nuove traiettorie di sviluppo e dinamiche di Industria 4.0. Rispetto alla partecipazione delle aziende abruzzesi a progetti di sviluppo prodotto che utilizzano le tecnologie, la partecipazione è stata riscontrata soprattutto in progetti relativi a nuovi materiali e a motorizzazioni e powertrain elettrici e ibridi. Nel caso in cui le aziende abruzzesi abbiano adottato soluzioni innovative in ottica Industria 4.0, gli ambiti di applicazione di interesse hanno riguardato soprattutto produzione, qualità e logistica. Infine, le aziende hanno esplicitato quali sono i principali rischi e vincoli che potrebbero frenare l’attivazione di iniziative in ambito Industria 4.0: il costo dell’iniziativa; la scarsa propensione a scambiare informazioni; la scarsa disponibilità di risorse interne.
La parte finale dell’Osservatorio ha affrontato il tema del fabbisogno delle competenze. Le aziende abruzzesi sembra facciano fatica a trovare personale qualificato, specialmente rispetto ad alcune aree, ma ritengono prioritarie alcune competenze specifiche: soft skills; manufacturing, gestione degli assets e prodotto; ricerca e sviluppo, innovazione, design e progetto.
In generale, l’analisi delle competenze, in particolare rispetto a Industria 4.0, dimostra dunque che le aziende cominciano a maturare la consapevolezza di quanto una rivoluzione – in termini soprattutto di riconversione e riqualificazione delle competenze – sia necessaria, e anzi è già in atto.

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I risultati dell’Osservatorio sono stati illustrati da Raffaele Trivilino, Direttore del Polo Innovazione Automotive e Daniela Di Cecco, Area comunicazione del Polo, che hanno realizzato l’Osservatorio con la collaborazione di Federica Rossetti (Polo Automotive) e Antonio Maffei (ITS).

RASSEGNA STAMPA

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