Mercato auto: una via di fuga dalla crisi è possibile… eccola

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Non si fa altro che parlare di crisi dell’auto, contrazione delle vendite, mercato in stallo, e così via.

Dati senz’altro veri e, non nascondiamocelo, preoccupanti. Ma se proviamo a cambiare punto di vista, allungare lo sguardo un po’ più in là, guardare le cose con un pizzico di ottimismo, allora – forse – ci accorgeremo che la crisi c’è, ma non è così nera. Perchè la produzione continua, la ricerca va avanti e i miglioramenti al settore si fanno sempre più evidenti. E, soprattutto, esiste una via di fuga dalla crisi che è possibile percorrere. E che il Polo Innovazione Automotive d’Abruzzo ha deciso di seguire.

Ma qual è, prima di tutto, lo stato delle cose sul mercato auto in Italia, e in particolare in Abruzzo, dove il nostro Polo Automotive opera per apportare innovazione e miglioramento nei processi e nei prodotti?

In Italia (fonte Confindustria e nostri dati) il settore Automotive conta oltre 2.500 aziende, di cui almeno 2.400 operanti nella componentistica, con il 60% ubicate al nord, Il fatturato si attesta intorno ai 160 miliardi di euro, pari all’11,4% del PIL industria, mentre sono 1,2 milioni gli addetti diretti e indiretti della filiera produttiva.

I Distretti-Poli del settore Automotive in Italia
I Distretti-Poli del settore Automotive in Italia

Sono invece otto i Poli costituiti per produrre ricerca e innovazione del settore, e tra questi ci siamo anche noi: il Polo Automotive d’Abruzzo.

A proposito di Abruzzo, qual è la situazione qui?

La regione, e in particolare la provincia di Chieti, presenta un tasso di industrializzazione più alto della media italiana. L’industria in senso stretto contribuisce per il 27,5% al valore aggiunto provinciale, il 28% all’occupazione. Il peso del terziario è invece inferiore alla media nazionale e regionale. Il 40% degli addetti è infatti impiegato in Piccole Imprese, il 45% in Medie Imprese, il 20% in Grandi Imprese.

La filiera Automotive in Abruzzo è costituita da un gruppo di imprese globalizzate, sia GI che PMI, operanti nel comparto dell’Automotive e della meccanica che comprende, oltre all’industria dell’auto, la subfornitura, la componentistica, l’engineering. Tra queste, Sevel (gruppo Fiat), Honda e molte altre piccole e medie aziende che contribuiscono alla mission del Polo Innovazione Automotive (qui le imprese aderenti).

In termini economici il Sistema delle Imprese automotive in Abruzzo occupa circa 30.000 addetti, di cui 25.000 in provincia di Chieti, Il fatturato è di 7/8 miliardi di euro, pari al 20% del settore manifatturiero, e rappresenta circa il 50% dell’export della Regione Abruzzo.

L'area industriale della Val di Sangro in provincia di Chieti), dove si concentrano molte delle imprese legate all'Automotive
L’area industriale della Val di Sangro (in provincia di Chieti), dove si concentrano molte delle imprese legate all’Automotive, tra cui Sevel (gruppo Fiat)

Questo lo stato delle cose. E la crisi? La crisi esiste, inutile negarlo.

Il mercato europeo è ormai maturo, con una diminuzione sensibile di vendite negli ultimi 4 anni di oltre il 25%, ed esiste una sovraccapacità produttiva di oltre il 25% rispetto alle esigenze di mercato. Dati preoccupanti confermati anche dall’ultimo rapporto ACI-Censis.

Ma la ripresa è possibile, e si prevede nel 2014. Bisogna solo capire come.

Una ‘via di fuga’ esiste, e il Polo Innovazione Automotive ha deciso di percorrerla.

In particolare, abbiamo individuato delle corsie preferenziali che – siamo convinti – ci permetteranno di rispettare la nostra mission, e perseguire i nostri obiettivi:

– la crescita dei mercati emergenti e l’affacciarsi di una nuova generazione di consumatori;

– il consolidamento dei player, in un’ottica di crescente globalizzazione e di potenziamento degli investimenti in ricerca e sviluppo;

– le sfide ecologico-normative, in vista di uno sviluppo sostenibile, che tengano conto anche del fenomeno dell’urbanizzazione accelerata;

– la riduzione dei tempi e dei costi di sviluppo dei nuovi prodotti;

– la riorganizzazione dei processi aziendali per aumentarne l’efficienza (es. creazione di una filiera omogenea ed eccellenza nell’integrazione prodotto/processo). 

In che modo lo faremo, come abbiamo deciso di percorrere ognuna di queste ‘corsie preferenziali’, ve lo racconteremo, nel dettaglio, nei prossimi post.

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Non si fa altro che parlare di crisi dell’auto, contrazione delle vendite, mercato in stallo, e così via.

Dati senz’altro veri e, non nascondiamocelo, preoccupanti. Ma se proviamo a cambiare punto di vista, allungare lo sguardo un po’ più in là, guardare le cose con un pizzico di ottimismo, allora – forse – ci accorgeremo che la crisi c’è, ma non è così nera. Perchè la produzione continua, la ricerca va avanti e i miglioramenti al settore si fanno sempre più evidenti. E, soprattutto, esiste una via di fuga dalla crisi che è possibile percorrere. E che il Polo Innovazione Automotive d’Abruzzo ha deciso di seguire.

Ma qual è, prima di tutto, lo stato delle cose sul mercato auto in Italia, e in particolare in Abruzzo, dove il nostro Polo Automotive opera per apportare innovazione e miglioramento nei processi e nei prodotti?

In Italia (fonte Confindustria e nostri dati) il settore Automotive conta oltre 2.500 aziende, di cui almeno 2.400 operanti nella componentistica, con il 60% ubicate al nord, Il fatturato si attesta intorno ai 160 miliardi di euro, pari all’11,4% del PIL industria, mentre sono 1,2 milioni gli addetti diretti e indiretti della filiera produttiva.

I Distretti-Poli del settore Automotive in Italia
I Distretti-Poli del settore Automotive in Italia

Sono invece otto i Poli costituiti per produrre ricerca e innovazione del settore, e tra questi ci siamo anche noi: il Polo Automotive d’Abruzzo.

A proposito di Abruzzo, qual è la situazione qui?

La regione, e in particolare la provincia di Chieti, presenta un tasso di industrializzazione più alto della media italiana. L’industria in senso stretto contribuisce per il 27,5% al valore aggiunto provinciale, il 28% all’occupazione. Il peso del terziario è invece inferiore alla media nazionale e regionale. Il 40% degli addetti è infatti impiegato in Piccole Imprese, il 45% in Medie Imprese, il 20% in Grandi Imprese.

La filiera Automotive in Abruzzo è costituita da un gruppo di imprese globalizzate, sia GI che PMI, operanti nel comparto dell’Automotive e della meccanica che comprende, oltre all’industria dell’auto, la subfornitura, la componentistica, l’engineering. Tra queste, Sevel (gruppo Fiat), Honda e molte altre piccole e medie aziende che contribuiscono alla mission del Polo Innovazione Automotive (qui le imprese aderenti).

In termini economici il Sistema delle Imprese automotive in Abruzzo occupa circa 30.000 addetti, di cui 25.000 in provincia di Chieti, Il fatturato è di 7/8 miliardi di euro, pari al 20% del settore manifatturiero, e rappresenta circa il 50% dell’export della Regione Abruzzo.

L'area industriale della Val di Sangro in provincia di Chieti), dove si concentrano molte delle imprese legate all'Automotive
L’area industriale della Val di Sangro (in provincia di Chieti), dove si concentrano molte delle imprese legate all’Automotive, tra cui Sevel (gruppo Fiat)

Questo lo stato delle cose. E la crisi? La crisi esiste, inutile negarlo.

Il mercato europeo è ormai maturo, con una diminuzione sensibile di vendite negli ultimi 4 anni di oltre il 25%, ed esiste una sovraccapacità produttiva di oltre il 25% rispetto alle esigenze di mercato. Dati preoccupanti confermati anche dall’ultimo rapporto ACI-Censis.

Ma la ripresa è possibile, e si prevede nel 2014. Bisogna solo capire come.

Una ‘via di fuga’ esiste, e il Polo Innovazione Automotive ha deciso di percorrerla.

In particolare, abbiamo individuato delle corsie preferenziali che – siamo convinti – ci permetteranno di rispettare la nostra mission, e perseguire i nostri obiettivi:

– la crescita dei mercati emergenti e l’affacciarsi di una nuova generazione di consumatori;

– il consolidamento dei player, in un’ottica di crescente globalizzazione e di potenziamento degli investimenti in ricerca e sviluppo;

– le sfide ecologico-normative, in vista di uno sviluppo sostenibile, che tengano conto anche del fenomeno dell’urbanizzazione accelerata;

– la riduzione dei tempi e dei costi di sviluppo dei nuovi prodotti;

– la riorganizzazione dei processi aziendali per aumentarne l’efficienza (es. creazione di una filiera omogenea ed eccellenza nell’integrazione prodotto/processo). 

In che modo lo faremo, come abbiamo deciso di percorrere ognuna di queste ‘corsie preferenziali’, ve lo racconteremo, nel dettaglio, nei prossimi post.

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Un commento

  1. Non una via di fuga, ma una via di rilancio serrando le fila e partendo dal processo di commercializzazione;il codice del consumo ha cambiato le regole, rendendo usi e costumi tradizionali pericolosi, oltre che controproducenti.
    Chi genera il prodotto deve smettere di pensare di vendere alla rete, e cominciare a venderà tramite la rete.
    Il consumatore, che mi onoro di rappresentare e conoscere, segue processi d’acquisto complessi, e oggi col Codice del consumo ha acquistato una protezione forte, mai neanche sfiorata in passato.
    Dalla crisi se ne esce partendo dall’usato, oggi risorsa e non peso; l’UNC ha pubblicato lo standard AF, destinato a rilanciare e riqualificare il mercato dell’usato gestito da Professionisti, oggi inferiore al 40% del totale.
    Raffaele Caracciolo
    Esperto Settore Auto
    Unione Nazionale Consumatiri

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